Poesie in sardo e, a fronte, in italiano. Scrive l’autrice: «Mio padre è stato pastore e coltivatore. Ha amato la campagna. Ne sentiva i ritmi, sui quali ha poi modellato anche la sua vita di operaio. Si alzava prima dell’alba. Quando il sole annunciava la schiarita, lui aveva già preparato il fuoco. A volte mi aspettava in cortile per mostrarmi s’arvore, il chiarore dell’aurora che si espandeva, inghiottendo le ombre della notte e dichiarando che quello sarebbe stato un buon giorno. Ecco: è questo il sostrato simbolico del titolo. Perché, a volte, la sorte ci scaraventa nel buio e bisogna reimparare a camminare, prima di rinascere alla luce ancora timida del sole. La silloge, frutto di spinte interiori, a volte imperiose e ingovernabili, si struttura in tre grandi unità compositive, che corrispondono a tre momenti diversi della mia vita di donna e di poetessa. Essa è anche un cammino fatto di ascensioni nella piena luce del giorno (A de die), discese al buio degli Inferi (A de note) e risalite, fino alla riscoperta del primo raggio di luce (Avreschende). Ogni poeta nei periodi felici canta la felicità. Nei periodi tristi canta la tristezza. Qui ci sono entrambe».
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ISBN: 978-88-6025-656-0
Descrizione
Dettagli del prodotto
- Pagine
- 240
- Anno Pubblicazione
- 2025