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La traduzione di Giorgio Addis del celebre romanzo di Grazia Deledda lascia trasparire come il dettato narrativo dell'autrice utilizzi costantemente il fraseggio colloquiale della parlata sarda, assecondandone le impennate liriche e sottolineando il vissuto dei personaggi fatto di percezioni e sentimenti rinvianti ad una nuova struttura, che è già quella della psicologia del profondo. Un esperimento che arricchisce le possibilità non solo letterarie dell'antichissima lingua sarda.