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Tre sillogi di poesie, la prima dedicata alla memoria dei luoghi dell'infanzia, la seconda agli affetti familiari, la terza alla tradizione vernacolare della 'gobbula' e della 'cionfra'. Le parole orientano le emozioni strutturandole nella memoria, deposito di saperi che chi vuole comprendere se stesso e il mondo deve inevitabilmente esplorare, riavvicinandosi alla sacralità della vita in un tempo reso deserto dalla mancanza di pietà, riscoprendo gli archetipi primordiali presenti nei dialetti, ormai superstiti luoghi dell'anima.